L’iniziativa si chiama Samtag Märt, ovvero il “mercato del sabato” nell’idioma titsch della comunità walser di Gressoney, ed è uno dei 12 progetti approvati nella primavera 2019 dal GAL Valle d’Aosta e finanziati dal Programma di Sviluppo Rurale 2014/20.
Nasce infatti proprio dall’idea del mercato la volontà di sette aziende della valle del Lys di mettersi in rete per condividere valori, obiettivi, attività. «Abbiamo voluto dare al progetto un nome concreto e incisivo, che richiami un appuntamento di riferimento per la comunità. Il nostro mercato si svolge il sabato a Gressoney-Saint-Jean, nel grande orto lungo la strada per il Castel Savoia, da fine giugno a fine ottobre. Ė il momento in cui ci troviamo per proporre i nostri prodotti ma è anche un prezioso momento di incontro tra noi produttori e con i nostri clienti, per parlare del nostro lavoro, delle passioni e dei valori che ci animano» spiega Federico Rial che, con Federico Chierico, Alessia Ceppi e Aldo Enria, è stato il promotore dell’iniziativa. Chierico e Rial sono titolari dell’azienda Paysage à manger, che produce ortaggi ed è impegnata in un progetto di ricerca sulle patate di montagna. Ceppi ed Enria invece, nella loro azienda Naturalys, producono miele e marmellate e gestiscono un agriturismo a Gaby. Con loro, fanno parte della rete di Samtag Märt altri quattro produttori (le aziende agricole di Umberto Brunero, Lidia Laurent, Wanda Favre e Katia Massari) e un negozio di alimentari, il Market Valdobbia, adiacente all’orto, dove la rete si sta organizzando per far trovare i prodotti con continuità anche negli altri giorni della settimana.
Grazie al finanziamento di 51 mila 500 euro, il progetto approvato dal GAL prevede la realizzazione di un’immagine grafica comune e di gazebo in legno per rendere più gradevole e coordinata l’organizzazione del mercato. Ma i promotori guardano molto più lontano. La volontà infatti è di prevedere momenti formativi per le aziende della rete volti a migliorare la consapevolezza del valore del proprio lavoro, dei propri prodotti e del territorio in cui sono inseriti. Sono previste inoltre visite a realtà simili in altre regioni e attività che coinvolgano i consumatori su varie tematiche, dalle riflessioni sul cibo a corsi di cucina e approfondimenti sui singoli prodotti. Il tutto, per allargare la rete e trasformarla in una comunità di persone, con profili diversi ma accomunati da una visione e una passione comuni. «Certo, c’è l’aspetto commerciale ma, prima di tutto, vogliamo creare una maggiore consapevolezza del nostro lavoro e coltivare l’interesse e la passione per cosa produciamo» conclude Rial.
Storytelling delle aziende, dei luoghi e delle persone, creando un dialogo che metta al centro la scelta di questi produttori di ritornare ad un tipo di coltivazione naturale ed in un certo senso “eroica” che in molti luoghi era quasi perduta.